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martedì 26 luglio 2011

Lettera Aperta a un Partigiano

Caro Nonno Vittorio, partigiano della 76a brigata arruolato il 7-10-44 detto "Nero", ti scrivo per raccontarti un po' che succede qui giù, e come è diventata quell'Italia libera per la quale hai combattuto e sei caduto fieramente. Qualche giorno dopo che te ne sei andato i tuoi compagni ce l'hanno fatta, e di lì in poi sono cambiate tante cose, e penso che se potessi mai sentirmi, apprendere di un'Italia ridotta così non ti farebbe di certo felice. Sai, sotto certi aspetti c'è stato un grande progresso; l'America ai tuoi tempi era un miraggio lontano, ora basta andare su google maps e riesci a vederla da vicino, tanto per farti un esempio molto chiaro, e ora si può addirittura comunicare con una persona dall'altra parte del globo terrestre dal salotto di casa nostra, accendendo il computer e connettendosi ad internet. "Adès al mond l'è propria cèch!" Mentre queste cose possono essere viste di buon occhio, però, ci sono altre cose che non sono molto positive; so che avete combattuto per l'ideale di Italia che avevate a quel tempo, e non so se ti sarebbe piaciuta l'Italia per come è diventata. Vivo in un'Italia dove il presidente del consiglio è indagato per diversi reati, possiede televisioni e giornali e con l'appoggio del parlamento realizza leggi che ai cittadini non servono. Vivo in un'Italia in cui i Senatori sono oramai un tutt'uno con la loro poltrona e guadagnano più loro in un mese che un cittadino medio in un anno. Vivo in un'Italia dove i magistrati e i giudici che fanno davvero il loro lavoro vengono uccisi dalla mafia, tanto per farti qualche nome Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, prova a guardarti intorno, chissà magari sono lì con te. Vivo in un'Italia in cui se chiedi a una bambina cosa vuole fare da grande non ti dice il medico ma la velina, perchè in questa Italia conta più chi si spoglia in televisione piuttosto che chi lavora onestamente mettendosi al servizio degli altri. Vivo in un'Italia in cui i giornali si interessano di dove vanno in vacanza i vip e ignorano il preoccupante declino economico del nostro paese. Vivo in un'Italia in cui ci sono persone che hanno il coraggio di elogiare il gesto di un assassino che ha ucciso 100 ragazzi che partecipavano a una manifestazione. Insomma, vivo in questa Italia, e so che voi, mentre combattevate e davate l'anima per difendere il vostro paese, sognavate un paese migliore rispetto a quello che in realtà è diventato. Ma io penso ci sia ancora tempo per cambiare, e ti prometto che un giorno ti scriverò di nuovo e ti racconterò di un'Italia migliore, ti racconterò l'Italia per la quale VOI avete dato la vita.
A presto.

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